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Jappelli a Padova

Collocato proprio nel cuore della città storica, il Caffè Pedrocchi fu costruito a partire dal 1831, per volere di Antonio Pedrocchi, che decise di trasformare la piccola bottega di caffè lasciatagli in eredità dal padre in un edificio che rispondesse al nuovo gusto neoclassico e che fosse non solo un caffè-ristorante, ma soprattutto un luogo di ritrovo cittadino. L'architetto, a cui venne commissionato l'intervento, è il veneziano Giuseppe Jappelli, il massimo esponente del neoclassicismo veneto. Il committente decise di dividere l'edificio in due zone separate: quella del caffè, sempre aperto, giorno e notte, pronto ad accogliere ed ospitare chiunque e il Ridotto, riservato all'elìte della società padovana, luogo destinato all'organizzazione di feste e balli.

Padova. Caffè Pedrocchi

Padova. Caffè Pedrocchi

L'edificio, di pianta approssimativamente rettangolare, presenta due avancorpi colonnati: Jappelli fece qui ricorso a varie soluzioni stilistiche, mostrando di essere fortemente orientato verso l'eclettismo. Dopo aver subìto un periodo di decadenza e di degrado, determinato dalle guerre, il caffè fu restituito ai cittadini di Padova nel 1998, grazie ad un sapiente restauro ed oggi ospita al piano nobile Il Museo del Risorgimento e dell'età contemporanea.

Jappelli si occupò anche di progettazione di giardini, tra i quali il giardino di Palazzo Treves de' Bonfili, primo parco ad essere stato progettato per Padova, dove seguendo il gusto eclettico del tempo, accostò costruzioni neoclassiche, ruderi medievali e pagode cinesi, e quello di Palazzo Giacomini Romiati, opera d'arte a sé stante, concepito come luogo ricreativo e di ozio per il proprietario e il parco di Saonara (Padova), primo parco romantico.